Un solo punto in tre partite, ma soprattutto cinque espulsioni, tre delle quali subite a Mestre. La società sbatte i pugni e prepara il giro di vite. Il numero due: “Le prossime tre partite saranno fondamentali: i giocatori devono onorare la maglia”
I vertici del Forlì sbattono i pugni sul tavolo, esprimendo tutto il loro disappunto per il comportamento della squadra, non tanto a livello di risultati quando per l’aspetto prettamente disciplinare. Affrontare nel prossimo turno la capolista Castello dovendo rinunciare a quattro squalificati (Pietrobom, Pasolini,Leoni e Cagnini) e all’infortunato Bonandi, significa quasi immolarsi come vittima sacrificale dell’ex Salles de dei suoi nuovi compagni di avventura.
“Già a pieno organico sarebbe stata una partita molto complicata per noi visto il valore degli emiliani – Obietta il vice-presidente Massimo Conficconi – figuriamoci in questa situazione. Spero almeno che i ragazzi che scendano in campo cerchino di onorare l’impegno con un atteggiamento degno della maglia che indossano”.
Una richiesta fatta con la consapevolezza di scuotere un gruppo che ha cominciato la stagione nel peggiore dei modi.
“Nella mia lunga carriera non mi sono mai ritrovato in questa situazione. Siamo riusciti a prendere cinque espulsioni in tre giornate e questo non solo ha compromesso l’andamento delle singole partite ma ha viziato la prestazione di quelle successive. Sono esterrefatto dalla situazione, sono convinto che il valore della squadra sia ben altro. Certo non puntavamo a vincere il campionato, ma non mi aspettavo certamente di essere in fondo alla classifica”.
Insomma, il giro di vite della società non ammette repliche: bisogna cambiare – e subito – registro.
“Non voglio fare giri di parole – chiude il vicepresidente forlivese – sono profondamente deluso dal rendimento e sopratutto dal comportamento di molti giocatori. Non mi piace essere preso in giro. Le prossime tre partite saranno fondamentali e se le cose non cambiano alla svelta, sarò costretto a prendere decisioni drastiche. E la mia storia insegna che ne sono capace”.